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Sfidare l’estinzione del software

L’estinzione del software avviene quando un software non viene più supportato, viene abbandonato o sparisce dal mercato. Gli utenti si trovano nella necessità di dover trovare un sostituto. Spesso prima dell’acquisto di un ambiente di sviluppo si valuta questo argomento, ma non sempre quello che si pensa corrisponde alla realtà.

Pubblico volentieri questo post di Geoff Perlman, CEO della Xojo Inc., su questo argomento.

Xojo viene considerato da alcuni un ambiente di nicchia e con poche prospettive per il futuro rispetto alle soluzioni di grandi aziende che quindi sembrano più affidabili nel tempo.

Eppure la storia indica proprio il contrario, e a pensarci bene, è anche piuttosto ovvio: le grandi aziende hanno la forza dei numeri per fare scelte drastiche di modificare del tutto un ambiente di sviluppo, dismetterlo o cambiarne le condizioni di utilizzo. Gli sviluppatori sono costretti a cambiare o adattarsi alle nuove richieste immediatamente. Per queste aziende i numeri dicono che, anche se alcuni di loro rinunceranno, i target aziendali potranno essere raggiunti. Il punto è proprio questo: le grandi aziende hanno come obbiettivo loro stessi, c’è invece chi ha come obbiettivo la propria visione: permettere a tutti di realizzare le proprie applicazioni, evolvendosi continuamente e senza strappi improvvisi, consentendo quindi agli sviluppatori di introdurre le novità nel tempo e con la tranquillità che saranno seguiti nel loro percorso.

 

L’audacia di sfidare l’estinzione del software: una piccola storia degli ambienti di sviluppo

di Geoff Perlman

Nel 1998 Steve Jobs era il CEO provvisorio della Apple e cercava di impedire alla sua non redditizia società di precipitare nella bancarotta. Proprio l’anno precedente, Michael Dell, CEO della Dell, rispondendo alla domanda su cosa avrebbe fatto se fosse stato a capo della Apple disse: “La chiuderei e restituirei i soldi agli azionisti.”

Il Mac aveva una quota di mercato con una sola cifra. Creare un ambiente di sviluppo indipendente dalla Apple o da qualsiasi azienda che avrebbe supportato questa piattaforma, era considerata una follia. C’erano molti ambienti realizzati da grandi aziende. Apple aveva MPW (il Macintosh Programmer’s Workshop). Symantec aveva creato THINK C. La Metrowerks aveva sviluppato CodeWarrior. IBM aveva VisualAge. Macromedia aveva creato Flash. Se volevi realizzare un’applicazione desktop cross piattaforma non avresti cercato oltre Java, della SUN Microsystems, che era cosiderato IL linguaggio cross piattaforma. C’era stato promesso che Java stava per essere eseguito su ogni cosa, dal computer alle automobili fino agli apriscatole. Java era una scelta popolare e sicura. Gli sviluppatori poi si dedicavano solo al 5% degli utenti. Onestamente, chi sarebbe stato così pazzo da lanciare un nuovo strumento di sviluppo in un mercato già affollato da giganti?

Noi lo siamo stati

Il 4 luglio dello stesso anno, in uno stand 3 metri x 3 al MacWorld Expo, i quattro di noi che avevano creato la nuova società che ora è Xojo, distribuimmo la versione 1.0 di un nuovo strumento di sviluppo che faceva una cosa solamente: rendere semplice, alle persone normali, la creazione di applicazioni per il Mac. Non era l’inizio più favorevole, ma non ci importava. Credevamo in quello che stavamo facendo. Credevamo che stavamo creando qualcosa che consentisse alla persone ordinarie di realizzare cose straordinarie.

Ogni settimana le maggior parte delle vendite avvenivano il sabato e la domenica, questo ci faceva capire che i nostri primi clienti lo usavano principalmente per hobby. Successivamente questo si è spostato ai giorni lavorativi, quindi i nostri clienti stavano realizzando soluzioni per lavoro. Quindi iniziarono ad apparire le prime applicazioni commerciali. Una volta ottenuto un discreto numero di utenti, alcuni potenziali utenti, che stavano pianificando di utilizzare il proprio tempo in modo proficuo, hanno iniziato a porre la domanda sull’estinzione del software: “Cosa succede se voi uscite dal mercato?”

Per quanto non mi piacesse sentirla, in quel momento era una domanda legittima e senza una grande risposta. Avrebbero dovuto utilizzare altri strumenti di sviluppo e potevano pensare che fosse più sicuro per loro usare questi. Ovviamente avrebbero impiegato più tempo utilizzando questi ambienti e se non fossimo andati fuori del mercato, questa loro scelta “sicura” sarebbe diventata un’assicurazione molto costosa.

Sebbene si possa affermare che l’estinzione del software è sempre una questione importante, noi abbiamo realizzato e migliorato Xojo per quasi 19 anni.
E da quei tempi si è passati da uno strumento di sviluppo nato per sviluppare applicazioni per Mac con il System 7 eseguito su un 68000 o un processore PowerPC, a supportare un macOS completamente differente, diverse versioni di Windows e Linux, applicazioni console, applicazioni per il web, iOS, RaspberryPi e ovviamente sia su processori X86 che ARM. Il framework è passato attraverso diversi aggiornamenti che ne hanno modernizzato la base sottostante mentre gli utenti hanno visto solo l’astrazione di questi cambiamenti. Stiamo sviluppando un nuovo framework che è in gran parte simile a quello vecchio, ma ha diverse importanti modernizzazioni per evitare alcuni problemi che gli utenti possono incontrare, per renderlo più consistente e per utilizzare più funzionalità del sistema operativo ospite, in modo da utilizzare le più recenti librerie per funzionalità come HTTP, SSL e altro. Il framework di Xojo è progettato per permettere la migrazione di parti dei progetti attuali man mano che se ne ha la necessità. È un processo incrementale invece che uno monumentale.

Parte del successo di Xojo non è solo la sua continua esistenza ed evoluzione, ma il fatto che chi ha avuto la visione originale di realizzarlo, sta continuando a nutrirlo, aiutandolo a crescere e a rimanere moderno. Anche se molti si sono aggiunti lungo la strada, c’è un valore straordinario nella consistenza della visione.

Che ne è stato degli altri strumenti di sviluppo che erano la scommessa sicura nel 1998?

Visual Basic 6 è morto ed è stato rimpiazzato da Visual Basic.NET che è così diverso che molti utenti VB6 hanno iniziato a chiamarlo per deriderlo “Visual Fred”.
Il Macintosh Programmer’s Workshop è morto da molto tempo.
Il THINK C della Symantec è morto.
Metrowerks CodeWarrior è stato acquisito dalla Motorola ed è ora utilizzato solo nel mercato dei sistemi embedded.
Delphi della Borland è ancora in circolazione ma è stato venduto ad un’altra azienda ed è diventato molto costoso.
La IBM ha dismesso VisualAge.
Java, ovviamente, è ancora in circolazione, ma pochi lo utilizzano per le applicazioni desktop dopo aver visto che non è la soluzione adatta, ma ha avuto migliore fortuna per le applicazioni lato server. In ogni caso non è nelle mani di chi ha avuto la visione originale e che lo ha immesso nel mercato. La SUN Microsystems è stata acquisita dalla Oracle nel 2009.
Flash è stato acquisito con tutta la Macromedia dalla Adone ed è ancora utilizzato, ma è chiaramente al tramonto.

Se tornassimo indietro al 1998 e scegliessimo di scrivere la nostra applicazioni in Xojo (allora REALbasic), saremmo stati in grado di continuare a migliorarla e a mantenerla eseguibile, non solo nell’ultima versione del sistema operativo desktop che ci interessa, ma anche con diversi nuovi sistemi operativi e nuove piattaforme. 19 anni dopo quel MacWorld Expo, siamo ancora qui a prevedere la visione di quello che Xojo sarà in futuro. Continuiamo a migliorarlo e modernizzarlo in modo che tu possa fare quello che sai fare meglio: concentrarti in quello che rende la tua applicazione unica.

Sebbene la questione di che cosa fare quando l’ambiente di sviluppo muore, o non viene supportato al meglio, rimanga sempre una questione importante, abbiamo dimostrato che Xojo ha superato la prova del tempo, e lo abbiamo fatto molto meglio dei nostri concorrenti che sono di diversi ordini di grandezza più grandi di noi.

Nessuno può garantire che un prodotto esisterà per sempre. Anche i progetti open source sopravvivono solo fintanto che ci sono abbastanza parti interessate a donare il proprio tempo e le la loro energia per continuarne lo sviluppo. Uno dei nostri ingegneri una volta ha detto: “Source Forge è pieno di cadaveri di progetti open source.” Detto questo, posso affermare che chi vi sta dando Xojo è un gruppo di persone straordinariamente pieno di talento. Il nostro tasso annuale di turnover (il tasso con cui le persone vanno e vengono alla Xojo Inc.) è solo del 5% e ciò ci pone tra i migliori in questa area. Questo non è un caso fortunato, ma è voluto. Abbiamo imparato negli anni ad assumere principalmente utenti. Infatti, quasi ogni membro del nostro team ha iniziato come utente. Quelli che non lo erano sono nel team in media da 12 anni e mezzo. In un settore industriale che vede le persone andare e venire come in una porta girevole, il fatto che le persone tendano a stare alla Xojo è un fatto di cui vado immensamente orgoglioso.

È il nostro continuo privilegio fornirti Xojo, essere una piccola parte dei tuoi sogni, delle tue aspirazioni e di averti come membro della comunità di Xojo. Il nostro prossimo meeting si terrà dal 25 al 27 aprile a Denver, Colorado – USA. Speriamo di incontrarti lì.